APPROFONDIMENTO MARZO  2020

ALCHIMIE DEL PICKUP

“Ottomila trecentocinquanta spire di rame smaltato avvolti su sei poli … “. Inizia così l’articolo di Zio Roberto “New Old Stock” Pistolesi scritto nel numero 6 sulla rivista Nashville nel giugno del 1995.

L’articolo parlava di una prova comparativa “inutile” fatta dal rinomato Guitar Player su diverse repliche di pickups per stratocaster dove Zio Roberto criticava, giustamente, il fatto che la prova di ascolto era stata eseguita con i pickups montati su chitarre diverse. Sappiamo bene che i legni, i ponti e persino i capotasti influiscono non poco sul suono di uno strumento e quindi, in quel di Santa Croce, fu fatta una vera comparativa montando i pickups sulla stessa chitarra, con le stesse corde, ponte e legni. Non mi voglio dilungare sull’esito e sui dettagli di quella prova.

Tutto questo lo racconto per farvi capire il livello di “acutezza” di Zio Roberto e di quanto lui fosse determinato e coerente in ciò che faceva. Quindi, ecco ciò che voglio ora raccontarvi.

Un giorno, parlando di questo articolo gli chiesi: Roberto ma, se sappiamo che tipo di magnete usavano, che tipo di filo, le dimensioni delle bobine e quante spire occorro, perché tuttavia c’è questa grande differenza di suono tra le varie marche? La risposta mi lasciò perplesso e allo stesso tempo speranzoso di una probabile soluzione.
Lui rispose: “sono i magneti che sono diversi”. Capite? Lui sosteneva che per fare una esatta replica serviva trovare lo stesso magnete usato negli anni 60! Praticamente impossibile!

Così dal 1998 cerco in tutto il mondo magneti di Alnico V in grado di darmi quelle sfumature timbriche che “sento” solo sul mio “test pick-up”. Un Fender Stratocaster del 1965.
Dopo 22 ordini di magneti e diversi anni di prove, posso dire che Zio Roberto aveva ragione. Ho trovato un’azienda americana che produce in USA da tanti anni e che ancora non ha delocalizzato (per la sola produzione degli Alnico) che mi ha mandato dei magneti molto simili (nel suono) ai vecchi magneti usati da Fender.

La cosa più curiosa è che ho capito, forse, perché suonano diversi rispetto tutti agli altri 21 magneti che in un modo o in un altro sono prodotti in Cina.
Io credo che le fonderie cinesi per la loro “pragmaticità” usano i “lingotti” dei metalli di cui è costituita la lega Alnico mentre in USA sciolgono rottami. Sembra una banalità ma se ci pensate bene non lo è. Se siete stai in una fonderia avete forse più chiaro di cosa parlo. Analizzando già visivamente i tondini di Alnico V Cinesi si vede subito che sono compatti e lucidi. Quelli americani, fatti invece da rottami di auto, lattine e chissà cos’altro, sono spesso pieni di inclusioni carboniose e hanno un aspetto meno lucido. In foto a destra, dei vecchi pickups strato del 65. Vedete quelle piccole macchie” spesso al centro di qualche magnete?

Eccovi svelato il mio piccolo segreto e perché sono riuscito ad ottenere dei pick-up che suonano veramente come i vecchi!
Purtroppo, come in tutte le cose belle c’è sempre un insidioso problema nascosto. Questa ditta non fornisce il mercato “commerciale eo industriale” ma vende solo ai militari. Non possono vendere ai piccoli artigiani e se lo fanno vendono solo i loro piccoli surplus.

Inoltre non vogliono tagliarmi i tondini a misura e me li danno in barrette da 6,5 pollici. Sono costretto a tagliarmeli io e vi assicuro che non è affatto facile.
Ecco perché la mia produzione di pick-ups è così piccola ma ogni volta che monto un set sento Zio Roberto sorridere!

Rock’nRoll

Giuseppe Orlando