Andy Guitars Private Collection
Mi chiamo Andrea Cesarini e sono nato nel 1986, lo stesso anno in cui i Queen suonarono al Wembley Stadium e fu l’anno della loro ultima tournée.
Sin da piccolo le immagini di quel live sulla vhs facevano parte dei miei pomeriggi, dove passavo tempo ad imitare quel chitarrista ricciolone che imbracciava la sua chitarra rossa.
Probabilmente proprio quella chitarra rossa, la Red Special, mi ha fatto innamorare del mondo della musica.
Sono cresciuto tra dischi dei Queen, Pink Floyd, Police e Sting. A 14 anni la mia prima chitarra na simil Stratocaster della Cort, 2 toni sunburst.
Esteticamente simile alla Strato di Eric Clapton nel disco di Derek and the dominos.
Ricordo ancora le parole di mia madre: “la userai per un po’ e poi la lascerai li in un angolo”.
Ancora sorridiamo per quell’episodio, effettivamente ora ogni angolo della mia casa c’è una chitarra.
Qualche anno dopo arrivò la prima “vera” chitarra, la tanto ambita Jackson DK-2, la chitarra da metallaro, quella finalmente con il pick-up humbucker e il floyd rose, dove potevo sbizzarrirmi a suonare le note dei Metallica e degli Iron Maiden.
Ma la Red Special rimaneva sempre un chiodo fisso, un’ossessione, prima o poi sarebbe arrivata.
Ricordo ancora il giorno del mio 18esimo compleanno, me la ritrovai ai piedi del letto con un bel fiocco rosso, la Burns Brian May Signature.
Gli anni passavano e piano piano arrivavano chitarre come Stratocaster, Telecaster e poi la mia prima Gibson, la mia #1 ancora con me, una Les Paul Goldtop ’57 Reissue.
Pian piano il concetto che avevo di chitarra cambiò radicalmente, non vedevo più la chitarra come solamente uno strumento da suonare, ma diventò un oggetto del desiderio, dove suono, look e storia diventavano una sola cosa.
Mi capita a volte, anzi spesso di passare molto tempo a contemplare certe chitarre, ogni singolo dettaglio, senza nemmeno suonarle.
Iniziai ad appassionarmi al vintage poco più che ventenne, iniziai a studiare, capire, ascoltare quando mi era possibile certi strumenti.
A 22 anni arrivò il primo pezzo d’annata, tutt’ora in collezione, una Gibson Sg Standard del 1968, acquistata dal secondo proprietario.
Ricordo ancora il profumo dello strumento non appena aperta la custodia, e ancora quella stessa sensazione mi invade ogni volta che tiro fuori quello strumento.
Poco più che ventenne iniziai a gestire una sala prove nella mia zona, mi portò a confrontarmi con molti musicisti, più o meno esperti, si parlava sempre di suono, di come ottenerlo e crearlo.
Ai tempi avevo già una bella cultura in fatto di pedali e il rapportarmi con molti, sia in sala prove che nel locale negozio di strumenti musicali (meta del sabato pomeriggio…e non solo), mi portò a 24 anni ad entrare fisso nel team del negozio, non mi sembrava vero, lavorare con la musica.
Lavorare 10 anni in un negozio di strumenti ha fatto si che sotto le mie mani passassero migliaia di strumenti, chitarre, ma anche amplificatori e pedali.
Questa lunga esperienza ha sicuramente portato in me un importante background a livello sonoro, mi ha fatto capire cosa significa utilizzare una chitarra con un determinato ampli piuttosto che con un altro soprattutto all’interno di una band, durante una prova, piuttosto che su una serata in un club o sul palco di un teatro.
Ma torniamo al vintage. Perché vintage?
Uno strumento moderno ti aiuta, e ti fa lavorare/suonare meglio, ma le emozioni che possono tirarti fuori le “vecchie” chitarre, quello non è replicabile.
E’ questione di alchimia, vibrazioni, sensazioni al tatto, il suono, il calore.
Immaginare chi prima di te possa aver suonato per anni quello strumento e chissà in quali contesti e quali generi musicali.
Tuttavia parliamoci chiaro, se una chitarra vintage suonava male appena uscita dalla fabbrica, 50 anni dopo credetemi, suonerà comunque male.
Per questo motivo tendo sempre a tenere in collezione ciò che mi piace, non sono a livello estetico, ma soprattutto a livello sonoro.
E’ abbastanza difficile trovare una chitarra “sorda” nella mia collezione.
In questi anni di collezionismo, la mia collezione si è sempre più convertita in vintage, lasciando entrare in casa strumenti che hanno fatto la storia del rock n roll e non solo.
Particolare attenzione è stata dedicata al brand di Nashville e agli amplificatori, soprattutto Fender e Vox, non mancano tuttavia in collezione chitarre Fender anni ’50 e ’60 e qualche bel custom shop o strumento di liuteria.