THE “BLACK FLAG” MARSHALL LEGEND
Questo è il primo di una serie di approfondimenti che, oltre ad essere legati ad oggetti che sono divenuti la LEGGENDA DEL SUONO o l’ HOLY GRAIL come qualcuno ama definirli, fanno parte delle collezioni private dell’ Associazione Vintage Authority ed hanno notevole valore sia per il Collezionista che per il Musicista, per caratteristiche tecniche e suono.
Parliamo non solo di SUPER LEAD MARSHALL PLEXI ma di JTM 100 BLACK FLAG – SN 10185 – collezione privata Roberto Gandolfi.
Foto particolareggiate dell’oggetto fronte e retro :
Roberto Gandolfi racconta …
Nel corso degli anni ho avuto diversi Marshall Super Lead, che considero in assoluto l’amplificatore più importante di tutta la storia del Rock. Sono da sempre un grandissimo fan di Hendrix e di Clapton nel periodo Cream, così qualche anno fa decido di mettermi alla ricerca di un JTM 100 Super Lead con delle caratteristiche ben precise: senza valvola rettificatrice, single output, con EL34 e con il trasformatore di alimentazione “alto”, ovvero come quelli che Hendrix usò nel primo disco.
La ricerca ovviamente non fu affatto facile, ma dopo diverso tempo trovai in Olanda questo fantastico ampli : numero di serie 10185, anno 1967, con il raro frontale cosiddetto “Black Flag” per il logo caratteristico e tolex Black on Green Levant. Seppur originale in tutte le sue parti salienti, aveva bisogno di un po’ di restauro per renderlo perfetto come in origine. Non me lo lasciai sfuggire e non badai a spese per ripristinarlo totalmente, con tutti i componenti dell’epoca, finendo il lavoro con un quartetto di EL34 Mullard N.O.S.
Ero finalmente possessore dell’ampli dei miei sogni.
Ora però, sorgeva un altro problema di non facile soluzione … trovare due belle casse, sempre 67 e Pinstripe. “Il nostro amico” infatti eroga più di 120W ed una sola 4×12 con i suoi speaker da 20W sarebbe stata insufficiente, anzi avrebbe fatto una brutta fine !
Dopo qualche tempo scopro che un collezionista in Italia ha una coppia di Pinstripe A e B. Così mi informo e … sorpresa: la cassa Bottom è nella famosa ed incredibilmente rara versione Tall, proprio come quella di Jimi o di Eric ! All’inizio è riluttante e poi mi vende prima la Tall Bottom e poi la Slant. I Cabinet sono totalmente originali dell’inizio 67, la tela è pressoché perfetta e montano ancora le maniglie in pelle, non quelle laterali di metallo che compariranno in seguito. Ciliegina sulla torta : la fortuna vuole che anche loro siano Black on Green levant.
Con tanta pazienza sono riuscito a mettermi in casa il Full Stack dei miei sogni, quello definitivo, il più ambito. Lo uso poco purtroppo, perché fa davvero tremare le pareti ! Anche ad alti volumi però il suono rimane sempre perfettamente definito ed è semplicemente spettacolare.
Qualche anno fa la Marshall ha riprodotto il modello Jimi Hendrix LTD con le stesse caratteristiche estetiche fatta eccezione per il logo Black Flag .
Vi racconto un bell’aneddoto : durante la visita di un mio amico Americano, vede il Full Stack e mi dice: “Ora mando la foto a Eric Johnson, sono anni che ne cerca uno!”. Tempo tre secondi ed arriva la risposta di Eric: “Where is that!!!!!!”. Lo voleva a tutti i costi. Avevo reso geloso uno dei miei eroi! Di cui possiedo un altro ampli, un Bluesbreaker. Ma questa è un’altra storia …
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Infine, una particolarità che mi piace è proprio la denominazione “Black Flag”, non so perché, ma fa molto Jack Sparrow !
Cenni Storici Metafisici
All’inizio Clarence Leonidas Fender detto LEO creò il BASSMAN, poi Jim Marshall pensò di farlo a sua immagine e somiglianza e nacque il JTM45. Eric Patrick Clapton “ne fece uso” e divenne il BLUESBREAKER. Poi venne James Marshall Hendrix detto JIMI e fu il SUPER LEAD … e sorry, non ce ne fù più per nessuno o quasi … Edward Lødewijk van Halen detto EDDIE, docet.
A parte gli scherzi, chi conosce un po’ la storia della musica sa perfettamente che chi è stato citato non è ovviamente il solo ad aver utilizzato i modelli di cui sopra, ma oggettivamente non si potevano avere “Endorser” migliori!
Perché è nato il Super Lead ?
Pionieri del suono furono assieme ai loro illustri colleghi già citati, Pete Townshend e John Entwistle degli Who. Un bel giorno dichiararono di “aver bisogno di amplificatori in grado di sopraffare le folle rumorose ed energiche” che li seguivano ai concerti. Fu così che Jim Marshall raddoppiò il già esistente modello JTM-45 utilizzando 2 trasformatori di uscita da 50w e 4 KT66. Risultato … il JTM45/100, più potenza, più headroom, migliore risposta dei bassi e una maggiore definizione di suono.
Fu il primo Marshall che sostituì la valvola rettificatrice con il ponte a diodi. Il progenitore del JTM 100.
Da qui in avanti il famoso Marshall 100w nelle sue versioni diventò l’ampli da avere e la richiesta crebbe in modo esponenziale. Data anche la notevole differenza degli impianti P.A. di allora rispetto a quelli attuali, bisognava farsi sentire!
Caratteristiche tecniche del JTM100
Rispetto al primo JTM45/100 le differenze sono notevoli. Innanzitutto cambiano i trasformatori che hanno un nuovo disegno dedicato e forniscono tensioni maggiori e maggior stabilità al circuito. Cambia anche la tipologia delle valvole, dalle KT66 si passa alle EL34. Ciò comporta un notevole aumento della potenza ed una definizione di suono maggiore ad alti volumi. Dalla fine del 66 all’inizio del 67 compare sul face plate frontale, rigorosamente in plexiglass, la scritta JTM con sfondo nero denominata “Black Flag”, molto ricercata dai collezionisti. Il back plate diventa color oro sempre in plexiglass come il frontale, diversamente dai primi JTM45/100 che avevano il retro bianco con la scritta Super 100 Amplifier. Vengono anche suddivisi per tipologie: Super Lead, Super Bass e Super P.A. con leggere differenze estetiche e nel circuito .
LA SORELLA MINORE – JTM50 BLACK FLAG – VEDI DETTAGLI
Ovviamente non esisteva solo la versione da 100w che veniva proposta in abbinamento alle 2 casse 4×12 in Full Stack, ma anche la versione da 50w proposta in Half Stack con una sola cassa 4×12 oppure 8×10. Anche se ha solo 2 EL34 il volume non è di molto inferiore ad una 100w, ha un po’ meno headroom e raggiungendo la saturazione prima viene preferita da molti chitarristi. Il cabinet “Small Box” la rende subito riconoscibile.
Alla prossima, Simone Falavigna e Roberto Gandolfi.