GLI ARTIGIANI DEL MADE IN JAPAN
La storia del Made in Japan è indissolubilmente legata alla storia degli stabilimenti in cui si producevano gli strumenti musicali giapponesi. Una storia di intrecci, partnership, accordi commerciali e strategie proprietarie che arriva fino ai nostri giorni.
Sta di fatto che una manciata di stabilimenti più o meno grandi, nati a partire dal dolorosissimo dopoguerra post-atomico giapponese, hanno contribuito a cambiare l’asse magnetico della produzione di strumenti musicali planetari.
In questa breve carrellata vorrei elencare i principali
TOKAI
Probabilmente la più antica ‘fabbrica’ di strumenti del lotto, viene fondata nel 1947 da Tadayouki Adachi ad Hammamatsu come azienda di famiglia ed è ancora oggi, caso unico dopo oltre 70 anni, un’azienda a conduzione familiare.
La produzione nei primi anni consiste di armoniche e pianoforti, poi melodiche e fisarmoniche.
Dalla metà degli anni 60 viene avviata la produzione di chitarre classiche e nel 1968 la prima elettrica, la Humming Bird, da non confondere con l’omonimo modello Gibson e di cui verrà prodotta anche una versione acustica.
La prima metà degli anni 70 vede Tokai stringere alcune partnership: produce chitarre acustiche per il marchio Conn e soprattutto stringe un accordo con Martin per fornire parti per chitarre acustiche e per realizzare in casa il modello Sigma.
E’ il preludio all’inizio della produzione delle proprie repliche Martin, le Cat’s Eye, che si impongono sul mercato come strumenti eccellenti e ancora oggi sono considerate eccellenti repliche Martin.
Nel 1976 Tokai progetta l’avvio di una linea di repliche Gibson e Fender. Si narra che i primissimi esemplari siano della fine del 1977 ma ad oggi non ci sono testimonianze di seriali di quell’anno. Tra il 1978 e il 1982 Tokai realizza quelle che sono considerate tra le migliori repliche Gibson e Fender giapponesi
Les Paul Reborn, Reborn OLD, Love Rock Springy Sound, Silver Star, Breezy Sound… produzione artigianale, legni selezionatissimi, meticolosità nella realizzazione fanno di questo periodo Tokai una vera e propria età dell’oro.
Il mercato giapponese in quegli anni è letteralmente invaso da produzioni domestiche di qualità, Greco, Burny, Aria Pro II e tantissime altre piu o meno note. Fender e Gibson perdono progressivamente quote di mercato a favore degli strumenti prodotti in casa e la cosa non è gradita oltreoceano. Gibson da un lato intenta una causa a Ibanez, ne abbiamo parlato la volta scorsa, Fender invece è nel suo periodo di caos totale (CBS) e intuisce una potenzialità in questa ‘concorrenza’. Decide così di andare a toccare con mano questa qualità: di fronte agli strumenti giapponesi i dirigenti americani rimangono sbalorditi, di fronte a loro strumenti che si ispirano ai modelli storici anni ’50 e ’60 e anche le repliche delle piu attuali ’70. Chitarre costruite come probabilmente in America non si è più capaci da tempo…
Parte una trattativa, Fender vuole far produrre chitarre a suo nome da Tokai. L’accordo nel 1981 è a un passo e si narra che il primissimo catalogo JV con chitarre prototipo sia stato realizzato prendendo Springy Sound Tokai rimarchiate Fender… Ma l’accordo salta all’ultimo momento:
Fender chiede l’esclusiva sui modelli ma Tokai non accetta di dover interrompere la sua produzione. E’ a quel punto che Fender si rivolge a Greco che di buon grado si accorda e cede la sua linea di produzione di repliche Fender nello stabilimento Fujigen Gakki, e qui nel 1982 partirà un’altra storia…
Dal 1983 gli stabilimenti Tokai si ammodernano, entrano le macchine a controllo numerico, la produzione aumenta in quantità ma continuerà a mantenere fino ad oggi standard qualitativi elevatissimi, in tutte le fasce di prezzo. Le Tokai anni 80 e 90 sono ricercate dai collezionisti di tutto il mondo e musicisti di altissimo livello le hanno imbracciate nel corso della storia: da Stevie Ray Vaughan (che addirittura posa con una Springy Sound sulla copertina di Texas Flood) a Robert Fripp passando per il ‘reverendo’ Billy Gibbons, assieme a tantissimi altri.
La produzione Tokai vantava anche molti modelli originali proprietari, il più celebre fu la Talbo, una chitarra elettrica con il corpo in alluminio lanciata nel 1983 e portata sui palchi anche da band come i DEVO.
Nel corso degli anni Tokai ha realizzato in altre occasioni strumenti per altri grandi marchi giapponesi: dal 1978 al 1979 realizza repliche Gibson e Fender per Fernandes/Burny, a cavallo tra la fine degli ’80 e l’inizio dei ’90 realizza alcune LP Greco di fascia medio alta ma soprattutto le strade di Fender Japan e Tokai si ricongiungeranno dopo la metà degli anni ’90, quando esaurito il contratto con Fujigen Fender affiderà alla stessa Tokai e a Dyna la realizzaione dei suoi strumenti in sol levante. Per il cambio contrattuale e per discontinuità sul manico delle Fender Japan la scritta Made in Japan verrà sostituita con la scritta Crafted in Japan (riconvertita a Made in Japan negli anni 2000…)
Negli anni 90 anche Tokai si adegua alla delocalizzazione e parte la produzione di fascia medio-bassa si sposterà in Korea e dagli anni 2000 in Cina. Le primissime produzioni koreane mantengono ottimi standard qualitativi, poi subentrano economie di scala e progressivamente la qualità cala.
A differenza di molti altri marchi Tokai avendo il proprio stabilimento non ha mai dovuto ricorrere ad aiuti di altri stabilimenti.
Il marchio Tokai è tuttora attivo con una produzione domestica Made in Japan di fascia medio alta, compreso un eccellente custom shop che si affiancano a una produzione economica, Made in China, dal buon rapporto qualità prezzo.
Grazie per aver letto fin qua…
Nelle prossime puntate parleremo di:
MATSUMOKU
FUJIGEN
DYNA
DEVISER
Andrea Vitali