APPROFONDIMENTO GENNAIO 2021

FENDER BASS V

Lo strumento sotto la lente in questo mese è il basso Fender bass V proveniente dalla collezione privata di Flavio Camorani.

Con la fusione Fender – Cbs dall’inizio del 1965 vennero aggiunti contrrattualmente alla progettazione nuovi  ingegneri che ebbero il preciso compito di inventare nuovi modelli di strumenti che affiancassero quelli già esistenti con l’obiettivo di catturare l’attenzione ed il favore delle ‘nuove’ generazioni di musicisti che entravano grazie ad una enorme ripresa economica statunitense nel colorato periodo storico che condusse alla ‘flowers power’ di fine decennio ’60.

Tra i modelli di nuova ideazione comparve dagli inizi del 1966 il Bass V che veniva presentato in colorazioni custom con paletta abbinata al colore del corpo oppure sunburst a 3 toni.

Il corpo in ontano aveva una forma ‘oblunga’ che richiedeva una piastrina serramanico più grande del normale e sulla quale era impresso il numero seriale con una ‘F’ cubitale al centro.

Il ponte a 5 sellette singole era abbinato per le sue dimensioni solo a questo basso che presentava tra l’altro solo 15 tasti .

Il manico in acero con tastiera in palissandro indiano venne prodotto con i segnatasti pearl-dot per pochi mesi (divenuti dalla metà del 1966 ‘block’)  presentava il classico ponticello in osso animale ed a sua volta una enorme oblunga paletta che conteneva sul retro il bottone di riporto della cinghia reggistrumento a riposo, 5 meccaniche abbinate solo a questo modello di basso, la logo riportante il nome ed i patent pending e l’abbassacorde formato da una barretta metallica applicata con 2 viti che si vedeva attraversata dalle corde a sostituire il classico  singolo ‘bottone circolare’.

Due pickup a ‘saponetta’ di differenti dimensioni contenuti in coperchietti di plastica vedevano i magneti con polarità Nord fuoriuscire nella parte inferiore a ed il battipenna tartarugato o bianco in celluloide e successivamente anche in plastica abs con la parte inferiore lucida a specchio.

I knobs erano i medesimi utilizzati anche per gli amplificatori che presentavano un piccolo cerchietto di alluminio sul quale descritto ‘vol’ o ‘tone’ con potenziometri ad alberino pieno da 250kohm

Una particolarità riscontrabile talvolta su questi bassi e su alcuni modelli Coronado e Custom di questo periodo è il numero di serie impresso sulla piastrina serramanico che può presentare numerazione a 6 cifre iniziale con 6+++++ che in realtà sarebbe attribuibile invece a strumenti risalenti l’epoca 1976/77.

Faccio notare che malgrado questo strumento fosse verniciato nel 1966 venne utilizzato talvolta il doppio sistema a ‘clamping’ ed a ‘stick’ abbinati che invece era stato abbandonato non tassativamente per ulteriori mesi dal 1962 inoltrato.

La stessa custodia era costruita, per dimensioni, esclusivamente maggiorata per questo strumento in quanto nella custodia classica per jazz, precisio e bass VI non avrebbe trovato sufficiente spazio.

Questo modello fi utilizzato da musicisti di grande visibilità come ad esempio J.P. Jones dei Led Zeppelin ma non incontrò grandi favori di pubblico e come altri modelli fallimentari la sua produzione venne limitata a pochi anni.

Ogni particolare e scheda riguardanti il bass V  in analisi è riscontrabile sul libro ‘our vintage soul’ vol 3 edito da Prisma Melody club disponibile online.

Grazie per la Vostra attenzione.

Flavio Camorani