Ben ritrovati amici del Vintage Fender,
lo strumento che visioniamo in questo primo mese del nuovo anno è una chitarra ‘Duosonic’ risalente ai primi mesi del 1958.

Questo modello, unitamente alla ‘Musicmaster’ che a differenza presentava un solo microfono, prese vita dagli inizi del 1956 a seguito di richieste di mercato volte a soddisfare, grazie alle dimensioni ridotte (manico a scala ridotta), anche utenti di sesso femminile o studenti che desiderassero avvicinarsi allo studio della chitarra elettrica professionale investendo cifre molto più contenute rispetto alle già famose Telecaster e Stratocaster.

Il corpo in leggerissimo ontano venne predisposto tecnicamente a poter accogliere un solo pickup (musicmaster) o due separati pickups guidati da un selettore aggiuntivo (duosonic) e veniva verniciato in modo spartano senza laccature ‘di fondo’ con colorazione definita Desert sand che poteva risultare a tonalità più o meno scure spesso senza neppure una verniciatura trasparente finale.

Il battipenna era di metallo anodizzato e verniciato e solo a fine decennio venne prodotto in celluloide a sostituire il metallo.

Costruita con le medesime componentistiche elettroniche ed accessori dei modelli più importanti della Factory, si differenziava nelle rifiniture meno curate e in piccole differenti componenti dell’hardware come i pomelli delle meccaniche Kluson single-line in plastica anzichè metallo, una custodia di dimensioni ridotte senza cassettino portaoggetti e con maniglia di plastica, cover in bachelyte dei microfoni.

Va notato che come per la Stratocaster, nella fine dell’anno 1958 inizio ’59 il corpo venne modificato lievemente in fase di fresatura lasciando una piccola ‘spallina’ aggiuntiva che avrebbe accolto un futuro disegno di battipenna differente.

Posso affermare che la qualità sonora è assolutamente strepitosa ed identica ai costosi e più blasonati modelli Telecaster e Stratocaster in quanto prodotta con gli stessi materiali elettronici e legni….solo a dimensioni ridotte e meno curate nei dettagli.

Consiglio a chiunque di testare il suono di queste chitarre meravigliose troppo spesso bistrattate per la loro dimensione ‘non professionale’ che però purtroppo vengono facilmente depredate di alcune componenti come il condensatore, il jack Switchcraft, i potenziometri, le sellette, le piastrine seriali, i knobs e le viti generiche rivendute singolarmente a cifre astronomiche in quanto parti di ricambio medesime di alcune costosissime chitarre e bassi Fender dello stesso periodo.

Tutte le specifiche fotografie dettagliate inerenti questo modello sono visibili sul libro ‘Our vintage soul’ vol. 2 da pagina 180.

Appuntamento al prossimo mese!

Flavio Camorani