ERIC JOHNSON – UN BLUESBREAKER SPECIALE
Secondo approfondimento di questa nuova serie che riguardano oggetti molto “Speciali”, sia per il collezionista che per il musicista, legati ad una storia o un aneddoto e che sono divenuti la LEGGENDA DEL SUONO o l’ HOLY GRAIL come qualcuno ama definirli. Anche in questo caso – IL BLUESBREAKER di ERIC JOHNSON – è un oggetto che fa parte della collezione privata Roberto Gandolfi – Presidente della Nostra Associazione Vintage Authority APS.
Parliamo non solo di BLUESBREAKER ma di quello di ERIC JOHNSON, che a dire il vero ne avevamo già parlato all’inizio delle NS NEWSLETTER a Marzo 2019, ma data l’importanza vogliamo riparlarne !
Roberto Gandolfi racconta …
Ci sono stati diversi Amplificatori che negli anni hanno lasciato un segno in me e nella mia collezione. Sicuramente il Bluesbreaker di Eric Johnson chassis serial 6322 – cabinet number 9199 è uno di questi.
Il leggendario Marshall modello 1962 detto “Bluesbreaker” per l’associazione con Eric Clapton e l’omonimo album di John Mayall che credo tutti conoscano !
Di fatto rappresentò il tentativo, di mediocre successo commerciale tra l’altro, da parte di Jim Marshall di contrastare le concorrenti Vox, Watkins e Selmer, allora leaders nel mercato degli amplificatori combo della prima metà degli anni ’60 e delle copertine delle riviste e dei giornali assieme a Beatles, Kinks, Shadow …
Il modello 1962 è di fatto una testata JTM45 Tremolo Model montata all’interno di un cabinet equipaggiato da 2 speaker Celestion. Prima in Alnico, poi con i famosi ceramici T1221 da 20W ed una bella tela Pinstripe sul fronte. Scelta anche quella poco azzeccata, solo bella ma poco funzionale … ma ne abbiamo già parlato.
Infine, era dotato di un circuito del tremolo, certamente interessante ma non a livello degli altre concorrenti, e comunque l’ultima cosa che ci si aspetta da un Marshall.
Del Bluesbreaker ne esistono diverse varianti, ma quello che è rimasto maggiormente stampato nella testa di noi patiti chitarristi, collezionisti e appassionati di British Blues Explosion è la seconda versione, quella del 1966-67, una vera icona.
Veniamo a Noi.
Correva l’anno 2011, Aprile per la precisione e durante una telefonata con un mio amico di Austin TX – ho già parlato di lui nel precedente approfondimento – vengo a sapere che Eric Johnson vende un fantastico Bluesbreaker di fine 66. Ne parlo con Simone Falavigna, che tra di Noi dopo Mariano Freschi e quello che di Marshall ne mastica di più e parte l’idea di comprarlo. Eravamo un po’ tutti titubanti, nessuno di noi ne aveva visto uno vero dal vivo … non via Internet intendo, sui libri o nei vari Forum che circolano tuttora, uno in carne ed ossa!
All’epoca avevo sostenuto molte spese per altri strumenti importanti e per un soffio non lasciamo la presa. Assieme a Simone, dopo aver purtroppo abbandonato l’idea di comprarlo facciamo la segnalazione ad un amico collezionista che è ben contento della soffiata. Preso! Un pezzo impegnativo ma unico. Celebrity owned e autografato da Eric Clapton durante un Crossroad Festival a Dallas nel 2006.
Dopo una settimana l’ampli arriva e mi accorgo di avere fatto una grande caxxata … scusate il termine ma rende l’idea!
Originale in tutte le sue parti essenziali e tenuto in ottime condizioni, in gergo un 9/10. L’ampli è stato revisionato dal grande George Alessandro a cui aveva apportato due semplici modifiche totalmente reversibili e non invasive : valvole EL34 al posto delle KT66 che montava in origine e il circuito del tremolo scollegato per avere maggior potenza e presenza di suono.
Modifiche espressamente richieste da Eric che utilizzava spesso l’ampli durante le session di registrazione. I coni sono gli originali T1221 Marhall Label. Inutile che dica che suonava benissimo, un Ampli definitivo!
Il tempo di suonarlo qualche giorno e se ne va … ed io ne rimango FOLGORATO!
Da li il tarlo del Bluesbreaker mi rimane … Qualche tempo dopo ne appare un’altro, non un esemplare qualunque ma quello fotografato sulla copertina del libro The Marshall Bluesbreaker di John Wiley.
Ci accorgiamo assieme a Simone che la tela Pinstripe ha una leggera discromia nella parte bassa, inconfondibile. Ovvio non me lo lascio scappare questa volta ! Sono felice e appagato perché è un grande ampli e suona stupendamente bene ma non è quello di Eric Johnson.
Qualche anno dopo, l’amico collezionista a cui cedemmo il Bluesbreaker di Eric, per tutta una serie di motivi, come spesso accade in questo mondo, decide di vendere diversi strumenti tra cui il MIO Bluesbreaker. Lo vengo a sapere, ed è già presso il negozio di Claudio, nostro caro amico e collega, ancora nelle stesse condizioni in cui era arrivato .
Trattiamo per un po’, alla fine cede alla condizione che gli dia il Bluesbreaker del Libro in permuta più un adeguato conguaglio. Fatta. Rientro in possesso del miglior Marshall combo che io abbia mai visto e sentito. Ma non è solo questo: un grande ampli, con un pedigree importante, una pagina di storia della Nostra Associazione ed una rivincita incredibile.
CENNI STORICI
Come detto in precedenza questa serie di ampli è stata la risposta di Jim Marshall a Vox, Selmer e Watkins per competere nel mondo dei Combo e della musica live nei Clubs dei primi anni 60, anche se la leggenda vuole sia stato proprio Eric Clapton a chiedere a Jim Marshall un ampli che potesse stare nel cofano della sua auto. Se non era Rock’n Roll questo ?!?!?!
Anche se non furono un successo commerciale, come già detto, di sicuro sono entrati nella storia e sono oggi tra i Combo più prestigiosi e ricercati.
La Pre serie del 1964 è molto rara, con una forma più squadrata del cabinet che durerà fino alla Serie 1 del 1965 anche se con alcune differenze estetiche. Ne verranno prodotte due tipologie, la 1962 con 2 coni da 12” e la 1961 con 4 coni da 10” sempre Celestion. L’ampli della versione 1962 è una testa JTM45 Bass model 1986 con l’aggiunta il circuito del tremolo mentre il 1961 sfrutta una JTM45 Lead model 1987 sempre con l’aggiunta del tremolo. Le valvole sono KT66 e i trasformatori RS – in realtà quest’ultimi erano componenti di ottima qualità ma di corrente produzione all’epoca. Il suono che producevano non è il tipico ruggito Marshall, molto più rotondo e smussato sulle alte frequenze, quasi un incrocio sonoro tra l’AC 30 e una Plexi di wattaggio ridotto … WHAT ELSE ?!?!?!
Questa differenziazione durerà fino ad inizio 1966 quando le teste saranno tutte JTM45 Lead tremolo model, i trasformatori di serie diventeranno Drake e nascerà la Serie 2, che è la più famosa. E qui si che abbiamo un vero Marshall Sound!
La produzione in pochi esemplari durerà fino al 1972 ma di fatto i modelli che contraddistinguono il suono del Bluesbreaker si fermano qualche anno prima … al 1968 per la precisione.
I successivi mantengono forse soltanto il nome.
Una vera icona amici, sicuramente uno degli ampli più importanti di sempre!
Alla prossima, Simone Falavigna e Roberto Gandolfi.