APPROFONDIMENTO GENNAIO 2019

Riflessioni su come e perché non scegliere un ampli reissue!

Già nel 2005 usci un articolo su Chitarre che parlava di “point to point” Vs. “pcb” dove diversi costruttori di tutto il mondo davano il loro parere su cosa preferire.
Tra le righe di quell’articolo si evidenziava come le diverse tecniche costruttive sono influenzate più dalla ripetibilità del progetto e dalla commerciabilità del prodotto piuttosto che dalla qualità del suono ottenuto.

Bene, vi dò una notizia eccezionale! Un ampli montato su pcb non vuol dire cattiva qualità! Infatti, a parità di componenti usati (resistenze, condensatori, etc, etc) non c’è differenza tra le diverse tecniche costruttive in termini di “Suono”. Anzi, c’è chi sostiene che la tecnica del pcb sia più valida nella ripetibilità del progetto perché i componenti e le “piste” dove corre il segnale sono esattamente uguali (e questo è vero quando chi monta in “point to point” …. non sa effettivamente farlo!)

Da qui capiamo perfettamente che la qualità di un ampli non è data dalla tipologia costruttiva bensì dai componenti usati! Finalmente abbiamo svelato il segreto!

Ampli come Soldano SLO100 piuttosto che un vecchio Fender Bassman suonano con il loro carattere quasi esclusivamente per i componenti che usano.

Oggi il mercato degli strumenti musicali offre una gamma enorme di scelte e di suoni e questo è positivo per la musica. E’ anche vero che i più rinomati costruttori evidenziano una “élite” della loro produzione, riempendo le riviste con la parola “cablato a mano” e proponendo versioni “reissue” di vecchi modelli a prezzi altissimi! Mha! … abbiamo detto che non è la tipologia costruttiva a dare quel “suono” ma i componenti!!? E come fa un’azienda a procurarsi i componenti che usava un tempo in una produzione di centinaia di pezzi? Semplice, non può farlo!

Il mio parere sulle versioni reissue delle grandi marche di ampli non può che essere considerato come sperpero di soldi e quasi mai consiglio ai miei amici di farlo. Allora cosa conviene fare se si vuole qualcosa di qualità senza spendere un capitale? Già da alcuni anni vediamo come selezionati costruttori offrono prodotti eccellenti, ma i prezzi sono ancora troppo alti per il musicista. Oltretutto questi “boutique amps” pur usando cablaggi “Point to point” fatti bene, trasformatori avvolti bene, etc, etc hanno una produzione ampia e sono costretti ad usare componenti nuovi! … siamo sempre lì!

La soluzione che sta prendendo sempre più piede a livello globale è quella che io chiamo dei “Custom Works”. Modifica totale di ampli già costruiti! La tecnica (già usata in passato da tecnici come Matchless, Dumble, etc) consiste nel prendere un’ampli di cui già si preferisce il suono, le valvole usate e la dimensione dei suoi trasformatori e svuotarlo totalmente del suo pcb e dei suoi componenti. Quindi rifarlo “come si deve” con i giusti componenti e con le migliori tecniche di cablaggio per assicurare “suono” e “riparabilità” 🙂

Per fare questo vi dovete affidare ad un bravo tecnico, che ha per hobby quello di smontare vecchie radio o cercare roba NOS nelle varie discariche militari passeggiando tra i rottami come se fosse in una spiaggia delle Maldive!

Il risultato è assicurato; avrete un ampli realmente uguale al suo alter ego storico senza aver donato un rene!