APPROFONDIMENTO NOVEMBRE 2020

TELECASTER 1957

Lo strumento che mettiamo sotto la lente questo mese è una Telecaster costruita nel 1957.

Una delle chitarre in assoluto più ‘leggere’ come peso specifico che io abbia mai potuto imbracciare, ha il corpo prodotto in frassino ed il  manico in acero esattamente nel rispetto tecnico dei primi strumenti prodotti all’inizio del decennio ’50 da Leo ed i suoi collaboratori.

Il manico presenta la classica logo spaghetti sulla paletta, meccaniche ‘kluson single line’ riportanti sulla basetta inferiore il numero di patented e mostra una sezione posteriore a ‘V’ apportata dal 1956 ed abbandonata per ritornare a serzione primaria ‘C’ nel corso della primavera del 1958.

Le sellette a differenza delle primordiali realizzate in ottone, compaiono ora in metallo ‘steel’ con feritoie ai lati sempre però abbinate a coppie sulla base del ponte fissata al corpo da 4 viti a croce e mezza filettatura su cui è impressa la scritta ‘FENDER PAT. PEND.’  che a sua volta veniva celato dal classico ‘scudo di metallo’ rimuovibile che aveva funzioni di protezione dei polsini degli indumenti indossati dal musicista.

La sezione elettronica vedeva in origine due microfoni circuitati in modo che non potessero mai agire abbinati (fino al 1967 – circuito Cbs) ed erano controllati da un selettore a tre vie e due ‘capacitor’ che ne consentissero le varie sonorità di accompagnamento sfruttando il solo pickup al manico o di assolo con segnale più ‘incisivo’ agendo con il pickup al ponte (la maggior parte dei musicisti ha operato, come nel mio caso, una lieve modifica al circuito elettronico a permettere l’utilizzo abbinato dei due microfoni ad ottenere così aggiuntive sonorità dallo strumento).

Il typ switch che guida il selettore si presenta in materiale definito in gergo ‘bachelyte’ che altro non era che la stessa materia di cui erano prodotte le vecchie cornette nere dei telefoni antichi e sulla base inferiore vede impressa nome e patent number della ditta costruttrice difficilmente visibili se non con una lente di ingrandimento.

I potenziometri entrambi da 250k presentano codici di datazione e fabbrica costruttrice impressi nello scodellino e le manopole in metallo nichelato sono fissate all’alberino da una piccola vite a taglio a scomparsa.

Il battipenna si presenta a singolo strato di plastica bianca con la parte inferiore lucida a specchio e sole 5 vitine a croce/mezza filettature di fissaggio al corpo differenti solo nelle dimensioni dalle 4 viti della piastrina serramanico su cui lato lucido era impresso il numero di serie anticipato in questa annata da un trattino a rimediare un errato ripetersi di numeri stampati già esistenti in precedenza.

La verniciatura nitrocellulosa ‘blonde’ era presente esclusivamente sugli strumenti Telecaster e Precision standard in quanto dal 1956 i corpi furono prodotti anche in ontano (alder) ma in quei casi SEMPRE E TASSATIVAMENTE con differenti colorazioni divenute in seguito ufficialmente ‘custom-color’ dal 1961 al 1974 ottenibili pagando un sovrapprezzo del 5% rispetto alla colorazione standard.

La custodia originale presentarsi in questo periodo in 2 formati: la più datata ‘form-fit’ talvolta con cassettino interno o meno, oppure la ‘diagonal-tweed’ rettangolare con il cassettino interno annesso.

Strumento di enorme personalità e grande suonabilità, riesce a sprigionare frequenze incredibili che mettono sempre il musicista a proprio agio, … strumento meraviglioso!

Tutte le fotografie riguardanti la Telecaster del 1957 raccontati in breve in questa scheda sono visibili in modo dettagliato sui libri ‘our vintage soul’ vol 1 e 2 editi da Flavio Camorani e Michela Taioli per Prisma Melody club.

Arrivederci al prossimo ‘strumento del mese’ di Vintage Authority.

Flavio Camorani